Quando fu introdotta l’esenzione dell’ICI per le abitazioni principali (2008 – promessa elettorale del Governo Berlusconi), i Comuni si mobilitarono perchè lo Stato andava a toccare una delle poche leve con cui esercitare il federalismo fiscale. Lo Stato però garantì che si sarebbe trattato di una misura a costo zero per i Comuni. In altri termini, i Comuni non ci avrebbero rimesso, perchè i mancati introiti sarebbero stati rimborsati dallo Stato.
Le cose poi sono andate diversamente. Innanzitutto i tempi: i rimborsi arrivano tardi, anche un anno dopo le normali scadenze. Ma poi anche gli importi. Si veda nella tabella seguente la situazione per Cordenons (valori in migliaia di euro):
Anno |
Incasso ICI ordinaria |
Trasferimento per rimborso ICI 1′ casa |
TOTALE |
DIFF. CON ANNO 2007 |
2007 |
2.660 |
0 |
2.660 |
0 |
2008 |
1.570 |
1.003 |
2.573 |
-87 |
2009 |
1.554 |
970 |
2.523 |
-137 |
2010 |
1.550 |
1.043 |
2.593 |
-67 |
totale “ammanco” |
-290 |
Eh si’: in tre anni il Comune ci ha rimesso quasi 300 mila euro. E se consideriamo che dal 2007 si sono costruite nuove abitazioni (nuove 1′ case), si capisce che l’ammanco è ancora piu’ consistente!
E’ vero che questa misura si traduce in un beneficio per i cittadini, che pagando meno tasse hanno a disposizione maggiori risorse da spendere, ma non va dimenticato che introducendo l’esenzione totale non si effettua alcuna ridistribuzione di reddito (che si sarebbe ottenuta esentando solo certe fasce di reddito). E siccome il cittadino continua ad attendersi i servizi, gli si fa credere che si possono ricevere anche senza versare le tasse. E chi paga?
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