MODERATO nell'atteggiamento, DETERMINATO nei valori

Durante una riunione di partito del PDL a Pordenone (presenti i massimi rappresentanti ….. nelle foto si vedono sorridenti Gottardo, Contento, Tubaro, Ciriani) il presidente della Provincia si è ritagliato il ruolo da star.

Ha sparato alzo zero contro il suo partito, che a suo dire è arrivato al capolinea e con lui Berlusconi e che quindi bisogna pensare alla fase nuova. Pare che non tutti lo abbiano apprezzato….. Ma sono considerazioni interne al partito di cui non mi interesso.

Ma il peggio – forse per recuperare un po’ di consensi interni – lo ha dato quando ha detto che bisogna cambiare il criterio di dare i contributi. “Basta dare soldi alle parrocchie che poi votano a sinistra”. Affermazioni gravi, gravi e gravi.  Dichiarare in maniera così esplicita l’uso strumentale e discriminatorio della concessione del contributo non è accettabile!   Credo che ognuno da solo possa farsi la propria opinione in merito. 

Ho letto quanto scritto in merito da Giorgio Zanin, capogruppo PD in Provincia, e vi rimando www.giorgiozanin.com

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Commenti su: "La Provincia e i contributi" (1)

  1. A Gazzettino e Messaggero ho inviato prima di Giorgio il seguente comunicato che è uscito il lunedi 1 agosto.

    CIRIANI LA SMETTA DI STRUMENTALIZZARE I CATTOLICI E I LORO VALORI

    Basta. E’ ora di finirla con il solito ritornello cantato da certi benpensanti secondo il quale solo il centro-destra è portatore dei valori cattolici. Stavolta a battere la grancassa è stato Alessandro Ciriani; in un appassionato ed applaudito intervento alla convention del PdL, così riporta la stampa, si è permesso di dire che parrocchie, associazioni e organizzazioni di area cattolica, pur avendo goduto di finanziamenti elargiti da provincia e regione, attualmente in mano al centro-destra, alle ultime elezioni amministrative hanno votato per il centro-sinistra. Chiara l’accusa: quel mondo cattolico ci ha tradito!

    Ritengo che questo modo di pensare ai cattolici e di trattare la Chiesa e le organizzazioni che al cattolicesimo fanno riferimento sia altamente offensivo. I voti dei cattolici non sono un bottino da estorcere con lusinghe e favoritismi. Una volta per tutte: i cattolici sono cittadini come tutti gli altri, non devono avere né minori, né maggiori diritti degli altri. E quando esprimono il loro voto ragionano, valutano e scelgono con la loro testa, ispirati dai loro convincimenti che possono tradursi in consensi sia per esponenti e formazioni di centro-destra che di centro-sinistra. Abbattuti gli steccati ideologici, i voti ciascuno se li deve meritare agendo onestamente e realizzando risultati per il bene comune.

    Ciriani si svegli: il Muro di Berlino è caduto ventidue anni fa e la triade “Dio, Patria e Famiglia” è stata felicemente superata oltre sessant’anni fa da una articolazione di valori in cui tutti, cattolici e non cattolici, si riconoscono pienamente: sono quelli racchiusi nella Costituzione repubblicana. Ricordo, altresì, che la Chiesa stessa nel 1995, per bocca di Papa Giovanni Paolo II, ha considerato conclusa la vicenda storica della DC, e perciò dell’unità politica in un solo partito da parte dei cattolici. Da allora i cattolici liberamente si schierano e liberamente votano in base alla loro coscienza ispirata ai valori in cui credono perché dalla medesima fede non discende più un’unica opzione partitica.

    A Ciriani quindi dico che nessun partito e nessuno schieramento si può arrogare il diritto di rappresentare più di altri i valori dei cattolici tanto più che la storia, e anche la cronaca, dimostrano come, rispetto al magistero della Chiesa, vi siano a seconda delle circostanze specifiche e dei valori in questione (vita, pace, solidarietà, salvaguardia del creato, educazione, sussidiarietà, giustizia sociale, famiglia, ecc) consonanze e dissonanze da parte di entrambi gli schieramenti.

    Da cattolico impegnato per molti anni all’interno dell’associazionismo intraecclesiale mi sono sempre battuto contro ogni forma di strumentalizzazione operata dalle forze politiche, di qualsiasi colore, perché producono una riduzione insopportabile dei valori a merce di scambio, segno di un rapporto patologico tra religione e politica, una religione spesso svuotata del suo autentico contenuto di fede e perciò ridotta a simulacro utile alla composizione di interessi. Oggi che sono impegnato in politica tra le fila del Partito Democratico continuo a ritenere inaccettabile ogni tentativo di usare i valori del mondo cattolico per ricavarne una contropartita in termini di consensi, tanto più se qualche tentativo proviene anche dal mio partito.

    Per concludere, cogliendo questa occasione di confronto senza infingimenti, vorrei lanciare una provocazione costruttiva indirizzata a tutti: vogliamo crescere e diventare finalmente adulti nella fede -per chi ci crede- e nella militanza politica? Vogliamo assumere una buona volta laicamente il compito di fare politica, nel pieno rispetto delle sensibilità di fede di ciascuno, partendo dall’analisi critica delle necessità di una comunità civile, quindi di tutti i cittadini, costruendo in modo trasparente e partecipato le soluzioni possibili per lo sviluppo di una società migliore nel pieno rispetto delle regole democratiche? Discutiamone apertamente, facciamo chiarezza, cerchiamo di evolvere.

    Giovanni Ghiani
    Presidente assemblea provinciale Pd di Pordenone

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